Non importa come, ciò che conta è farlo. Ora più che mai, conta soltanto vincere. Anche soffrendo e giocando male. Per il Milan di Rino Gattuso contano infatti i punti, quelli pesanti, quelli che ci possono finalmente aprire le porte della Champions League: obiettivo che rimane alla portata del Diavolo, dopo il successo ottenuto con cuore e grinta contro la Lazio. Per tutto il resto, per le analisi sul gioco e sulle prestazioni dei singoli, per i ragionamenti sull’allenatore, per quello che sarà il MIlan del prossimo anno avremo tempo di farlo a fine stagione, quando ovviamente si tireranno le somme di questo interminabile campionato.
Le sfide per la Champions
E’ bastato un rigore di Kessie, arrivato al termine di una gara a due facce (primo tempo difficile, secondo giocato con più coraggio e voglia), per saltare l’ostacolo laziale e farci passare l’ennesima domenica al quarto posto. Il tutto in attesa delle prossime due giornate di Serie A, che potrebbero dire molto sulla volata Champions. Mentre noi saremo a Parma, la Roma giocherà infatti con l’Inter e l’Atalanta andrà a Napoli. Nel weekend successivo, mentre il Milan sarà atteso dalla trasferta con il Torino, la Lazio sarà invece di scena a Genova con la Sampdoria. Senza dimenticare un dettaglio molto importante: in caso di pari punti con le romane e con l’Atalanta, i rossoneri sono infatti in vantaggio negli scontri diretti.
🗣️ Le parole di Mister Gattuso, @borinifabio29 e @hakanc10 a Milan TV al termine di #MilanLazio 👉🏼 https://t.co/oVyXKkW5ku pic.twitter.com/XGGJidOhwh
— AC Milan (@acmilan) April 13, 2019
L’episodio da cancellare
La vittoria contro la Lazio, nonostante un passo indietro nel gioco rispetto all’uscita dello Stadium, ci lascia comunque buone sensazioni. La voglia di vincere e la scelta di buttare il cuore oltre l’ostacolo, sono un buon viatico per il prossimo impegno del “Tardini”. Così come il coraggio mostrato da Rino Gattuso nel passare al 3-4-2-1 che, dopo il gol di Kessie, ha ingolfato il motore del centrocampo di Simone Inzaghi prima delll’espulsione di quest’ultimo, del triplice fischio finale, della rissa innescata dalle due panchine e dal “siparietto” di Bakayoko e Kessie con la maglia di Acerbi: l’unico neo di una serata da incorniciare.